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Traccia evolutiva della cooperativa

La società cooperativa denominata "La Betulla" si costituisce a Reggio Emilia nel 1969 per iniziativa personale di trentacinque cittadini che avevano maturato cospicue esperienze cooperative nei settori edile e manufatturiero. Un back ground che reca in dote al nuovo sodalizio la cultura d'impresa e lo inserisce nell'alveo del movimento organizzato nella lega delle cooperative.

A differenza di altre iniziative in campo abitativo, promosse in forma associata, che si risolvono con il conseguimento dell'oggetto sociale, La Betulla evolve consapevolmente la propria modalità organizzativa dotando la struttura di professionalità gestionali e prospettando le proprie finalità d'impresa su un orizzonte spazio-temporale non aprioristicamente circoscritto. Il fine mutualistico, dunque, attraversa, come una corsa "a staffetta", più generazioni di soci, che non pensano di risolvere il problema abitativo una volta per tutte, ma che intendono avvalersi dello strumento cooperativo per soddisfare le nuove esigenze.

L'accantonamento delle riserve conferisce mezzi propri alla cooperativa, che nel volgere di qualche esercizio è già in grado di reperire aree e di concepire progetti edilizi di notevole entità, da offrire a una base sociale che cresce in modo esponenziale.

Dopo il primo intervento (Reggio Emilia, via Dimitrov, Aprile 1973) nel contesto del quale viene messo a punto uno degli stilemi espressivi che costituiranno motivo di feconde rielaborazioni (venti case a schiera disposte a corte, col verde al centro protetto dagli edifici e i carrabili all'esterno del perimetro), La Betulla affronta il tema della casa condominiale per sperimentare, successivamente, organismi complessi in cui edifici di una certa entità si correlano, con percorsi porticati e parchi arredati, ad unità relativamente autonome disposte a cortina e dotate di verde privato.

La disponibiltà a recepire i diversi aspetti della domanda sociale induce poi la cooperativa a cimentarsi in edificazioni decisamente piu' vistose, che contemplano torri e grandi edifici in linea (esemplare il B/12 a Reggio Emilia, 255 alloggi, via Togliatti e via De Nicola, luglio 1981).

Anche in questi casi l'ampio corredo di verde attrezzato dà respiro al costruito. Si susseguono poi, in sintonia con gli indirizzi di politica abitativa della programmazione pubblica, diversi interventi che danno luogo, nei contesti urbani della città di Reggio e in alcuni centri della provincia, a complessi residenziali importanti che costituiscono ragguardevoli brani di città.

I manufatti residenziali della Betulla configurano quartieri con una cifra stilistica fortemente unitaria e connotati estetico-tipologici che individuano con sicurezza gli insediamenti.
L'estensione del radicamento sociale porta la cooperativa a dilatare le proprie frontiere: dalla sinistra idrografica del Secchia al crinale appenninico e poi, oltre l'Enza, alle nuove espansioni urbane della città di Parma.